Articolo tratto dalla Gazzetta di Mantova del 4 maggio 2016:
MANTOVA. Un patto tra ’ndrine per il controllo del suzzarese: a parlarne, nel corso di una nuova udienza del processo Pesci, è stato il pentito Angelo Cortese. Il collaboratore di giustizia ha parlato di un accordo tra il clan Grande Aracri e la famiglia Oliverio, scaturito da un faccia a faccia a cui avrebbe preso parte lo stesso Nicolino Grande Aracri nel 1994 a Suzzara: gli Oliverio sarebbero arrivati nel Mantovano negli anni Ottanta dopo aver perso una guerra di clan in Calabria e poi si sarebbero alleati con i Grande Aracri per il controllo dell’area. Il tutto contando su Alfonso Diletto (fresco di condanna a 14 mesi ad Aemilia) che da Brescello faceva da uomo di riferimento. Così sarebbe partito dunque il radicamento della cosca nella Bassa mantovana.
MANTOVA. Un patto tra ’ndrine per il controllo del suzzarese: a parlarne, nel corso di una nuova udienza del processo Pesci, è stato il pentito Angelo Cortese. Il collaboratore di giustizia ha parlato di un accordo tra il clan Grande Aracri e la famiglia Oliverio, scaturito da un faccia a faccia a cui avrebbe preso parte lo stesso Nicolino Grande Aracri nel 1994 a Suzzara: gli Oliverio sarebbero arrivati nel Mantovano negli anni Ottanta dopo aver perso una guerra di clan in Calabria e poi si sarebbero alleati con i Grande Aracri per il controllo dell’area. Il tutto contando su Alfonso Diletto (fresco di condanna a 14 mesi ad Aemilia) che da Brescello faceva da uomo di riferimento. Così sarebbe partito dunque il radicamento della cosca nella Bassa mantovana.
Cortese ha poi riferito di un altro incontro pesante: quello che lo avrebbe visto protagonista alcuni anni fa, sempre a Suzzara, per organizzare un traffico di cocaina nella zona. Ma l’operazione non decollò.
Rimanendo invece agli sviluppi processuali dell’inchiesta Pesci, Cortese ieri ha riconosciuto, scorrendo 120 fotografie, 44 persone, indicando di ciascuna il clan di appartenenza e il ruolo. Tra queste spicca Francesco Lamanna, uomo di fiducia di Grande Aracri fin dagli anni Ottanta e condannato con rito abbreviato la settimana scorsa.
Cortese poi è finito sotto tiro da parte delle difese, impegnate a colpirne la credibilità con un’ora di controesame. Ed è stato anche Nicolino Grande Aracri, in collegamento dal carcere, ad affermare di non averlo mai conosciuto.
Nessun commento:
Posta un commento
Per evitare SPAM o la condivisione di contenuti inappropriati ogni commento verrà visionato da un moderatore prima della pubblicazione.